Appena terminato il primo pezzo Steve si siede e parla della sua vita, di quando ha iniziato a suonare la chitarra e di quando appena dodicenne prendeva lezioni da Joe Satriani, a quell'epoca ci dice, Joe era già un talentuoso chitarrista che riusciva a far suonare in maniera "musicale" anche gli esercizi più meccanici e noiosi.
Joe più grande di quattro anni veniva visto da Steve come un vero e proprio un mito.
Il discorso poi casca inevitabilmente sul periodo Berkeley e sull'esperienza con Frank Zappa, a detta di Steve una cosa che ha letteralmente condizionato il suo approccio verso la musica....in questo frangente descrive al pubblico di come Frank mollava tutto e tutti quando aveva un ispirazione, un idea che poteva trasformare in musica, seguendo e focalizzando ciò che aveva in mente, quasi staccando la spina dal resto del mondo.
Steve all'epoca ancora inesperto vedendo questo tipo di approccio credeva che questa metodologia di lavoro fosse la normalità ...senza rendersi conto che invece aveva davanti a se un genio......facendo così suo questo approccio che inevitabilmente ha condizionato ed ha contribuito a creare il grande chitarrista che oggi abbiamo davanti!!!!
La discussione slitta poi su qualche aneddoto, tipo il motivo per cui veniva definito un chitarrista diabolico.....per uno strano gioco di numeri Steve ricorda al pubblico che ha compiuto 6 anni il giorno 6 giugno 1966. Come se non bastasse nel 1986 viene scritturato nel film Mississipi Adventure con il ruolo di un chitarrista inviato dal demonio che sfida a duello un ragazzino per prenderne l'anima.
Questi fatti (la data di nascita e il film) assieme alla sua tecnica fuori dal comune hanno fatto si che attorno a lui si sviluppassero un sacco di dicerie e leggende metropolitane che non hanno però influenzato l'ascesa del chitarrista verso l'olimpo del rock.
Arriva poi il discorso su David Lee Roth, sul trovarsi letteralmente catapultato in un universo patinato e glamour: gli scatti nelle riviste, le interviste, i pezzi trasmessi alla radio, i grandi concerti, i soldi, la fama, la gloria, il sesso e la droga.
Steve parla del suo "non rapporto" con le droghe proprio perchè vedeva con i suoi stessi occhi quanto bene funzionavano, stessa cosa per il sesso "sono sempre stato un gentiluomo!!!" dichiara "a differenza di David che all'epoca vedeva le donne come degli oggetti, come dei semplici corpi con cui accoppiarsi."
Inevitabilmente poi arrivano come di consueto le domande dai fan presenti:
Steve ci parla prima del set di corde che usa durante i tour, ovvero parte dalle 09 - 42 per poi arrivare nel mezzo delle tournee (quando la muscolatura delle dita è forte e potente) alle 010 - 57.
Scatta l'aneddoto della serata, Steve cinque anni prima si esibii a Firenze durante il suo Tour, quella serata ricorda un fan fu un disastro totale dal punto di vista tecnico, la luce saltava in continuazione ma il concerto fu portato a termine lo stesso con grande disinvoltura e maestria,
"avreste dovuto sentirmi dietro le quinte dopo il concerto" tuona Steve " sembravo mio padre quando era incazzato", e in un italiano con accento d'oltreoceano ci ricorda le parolacce che sentiva da bambino "ma porca puttana !!!!........porca miseria !!!!"
Arriva poi il momento a mio avviso più intenso, Steve affronta il tema della musica in generale, di come quando noi pensiamo ad un progetto musicale, ad una singola idea la nostra mente inevitabilmente naviga, sogna e ci trasmette emozioni e queste emozioni sono "la meccanica dell'universo".
Ha parlato poi della percezione del reale da parte del singolo e di come essa produca degli individui diversi che sono un universo a se stante, una realtà unica.....di come la musica possa e debba essere veicolo d'unione e un linguaggio universale.
Di come è impossibile fornire ricette particolari per tracciare strade musicali adatte a tutti, dato che ognuno è una persona diversa dalle altre, una persona "unica".
Badate bene, dette e scritte così queste cose possono risultare scontate, quasi come gli aforismi che si trovano in giro per il web, in realtà queste parole sono state il fulcro di tutta la serata:
Steve Vai ha parlato di cose che vanno al di la della pura tecnica chitarristica, il tutto con esempi reali imbracciando la chitarra, affrontando il tema su come focalizzare gli obbiettivi, sull' ispirazione musicale ecc..ecc..
Non tralasciando poi che ha suonato dei brani accompagnato dalle basi musicali, e come ha suonato: feeling pazzesco, un controllo totale dello strumento, bending da urlo, un suono da far venire i brividi, la leva del vibrato che faceva "parlare" la chitarra.
Insomma una serata con un GENIO musicale del nostro tempo.